La sospensione
Un chiostro francescano isolato, strade chiuse, alberi caduti, un semaforo arancione lampeggiante. Vento. 
La sospensione. Tra un'azione e un'altra. Tra un inizio e la sua prosecuzione. Tra un evento e la sua fine. 
Il sentiero di mezzo. Quello che divide il bosco dal deserto. 
La distanza tra l''essere e il non essere. Lo spazio tra lo stare e il restare. 
Sospesi i passi, sospese le ore, sospeso il discorso, il pensiero e anche i battiti, a volte, sospesi. 
La distanza tra un gesto e il successivo, la pausa tra una sensazione e un'altra. 
Apnea di vento. L'aria c'è, lieve, leggera. Ma il vento non si sente sulla pelle, il movimento è presente, ma lontano, non reale. Il vento è un ricordo. 
Acqua, molta acqua, dappertutto nello spazio dove cammino. Il corpo fa resistenza all'intercedere, si oppone al mio andare. 
L'azione diventa contemplazione. 
Tutto il movimento del mondo, fuori, è migrato dentro, e lentamente sposta il tempo, ridisegna i luoghi, ritraccia le mappe. 
Dentro ora "il vento scompagina il tempo, e affolla di case il deserto." (cit.)

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