E i valori?
I valori sono convinzioni radicate dentro di noi. Ma neanche poi così tanto radicati. 
Rispetto ai Principi, che per definizione vengono prima di tutto, alla base, al principio, i valori sono negoziabili, riconsiderabili, e cambiano con i cambiamenti che ogni persona attraversa nelle fasi della vita. 
E allora alla domanda: "Quali sono i tuoi valori principali, quelli che governano e guidano la tua vita e le tue scelte?" cosa posso rispondere?
Quando sono molto scollata da me, distante dal mio sentire autentico, queste domande mi fanno venire la labirintite. Tipo ora.
Vivo spesso travolta dagli eventi, dalle cose da fare, dagli automatismi che mi portano ogni giorno fino a sera, e non sono presente alle decisioni che prendo, alle scelte che faccio, e soprattutto al motivo per cui le faccio.
Ma ieri ho trovato una lista di 170 valori, tutti in ordine alfabetico. Alcuni sospetto non siano nemmeno valori, ma questa affermazione qualcuno la metterebbe nel valore della pignoleria!
Dato che uno dei miei mantra è "avere troppe possibilità è come non averne nessuna" mi sono ritrovata in un attimo come Alice quando cade nel buco. Poi ho deciso di leggerli tutti e di ascoltare l'effetto che mi faceva ogni singola parola, cosa richiamava in me, cosa mi risuonava dentro. Su un quaderno ho appuntato solo i termini che mi smuovevano qualcosa, e ne sono rimasti solo 101! Beh, più facile del previsto…
Adesso, cosa ci voglio fare con 101 valori? 
Potrei trasformarli nella lista dei 101 desideri di Sibaldi, almeno sarebbe una cosa fatta, ma non so se vale (anche se pensandoci adesso credo che questa cosa abbia più senso di quanto ora io riesca a comprendere).
Allora provo a stare su questa intuizione:
i valori che ci riconosciamo sono veramente quelli che ci guidano e ci definiscono? O li scegliamo perché sono quelli che per credenza, familiarità, aspettative, crediamo siano quelli giusti che dovremmo o ci piacerebbe seguire?
Avere valori ben chiari ci aiuta a vivere una vita più equilibrata, più coerente e in sintonia con quello che siamo veramente. Ci permette di evitare quello scollamento tra ciò che sentiamo e ciò che diciamo, facciamo o capiamo, e che è alla base di ogni sofferenza. 
Ma come diavolo si fa a riconoscere i nostri valori onestamente? 
C'è un esercizio che suggerisce di partire dall'osservazione delle nostre abitudini quotidiane, dalla routine delle nostre azioni, e di collegarle a un valore.
A cosa non rinunceresti mai?
E cosa sei disposto a perdere o cambiare?
Difficilino, ma ora provo.

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