Possedere sé stessi
Nel libro che sto leggendo, "L'ora d'arte", Tomaso Montanari fa una bella riflessione circa l'importanza di mantenere l'ambiente incontaminato e libero dall'intervento umano. La creazione di strade, per permetterci di raggiungere qualunque posto su questa terra, porta spesso con sé anche il mercato. Nuove case, nuovi negozi, nuovo commercio. E tutto questo ci allontana da quello che siamo e ci spinge ad identificarci con quello che possediamo. Case super attrezzate, vestiti firmati, tecnologia di ultima generazione. Diventiamo quello che possiamo comprare. Il contatto diretto con la natura pura, selvaggia, intatta, ci invita invece ad esplorare ciò che realmente siamo, a recuperare e ricontattare quello che abbiamo in noi, che ci caratterizza, che ci compone. Di fronte alla natura siamo chiamati ad essere semplicemente quello che siamo. Questa è una visione, a mio avviso, rassicurante. Quello che siamo non può togliercelo nessuno, ne siamo a pieno titolo proprietari e custodi perenni. Possiamo arricchirci, modificarci, evolverci, ma sempre nel pieno delle nostre sole possibilità personali. Ciò che acquistiamo al contrario, è effimero, temporaneo, precario. Non avremo sempre la stessa disponibilità economica nell'arco della nostra vita. In più quello di materiale che possediamo può rovinarsi, perdersi, rompersi, o peggio ancora non essere più di moda. Questa è una delle fonti di grande stress per l'uomo, alla continua ricerca di essere adeguato, in una corsa senza regole né mete.
Imparare a riconoscere il patrimonio personale che ognuno di noi ha è la vera sfida, è il vero tesoro. Coltivare noi stessi, investire sulle nostre possibilità, che sono infinite e mutevoli. Questo è il nostro territorio incontaminato, da dover difendere e tutelare.

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