luoghi
Ci sono luoghi dell'anima, luoghi della mente, luoghi disabitati e luoghi sovraffollati.
La vita è come una casa piena di stanze, ognuna con l'arredamento adatto alla funzione, con immagini, specchi o foto appese ai muri, con armadi pieni di cassetti e mensole, con appendini coperti da abiti usati, o appena lavati, con tavole imbandite con ogni tipo di cibo ed ingrediente, con credenze vuote e impolverate. In ogni attimo della nostra vita abitiamo una stanza per volta, in base alle necessità, ai bisogni, ai desideri... Ma perchè anche se viviamo in una casa immensa, piena di stanze, non possiamo mai essere contemporaneamente in più di una?
Ci serve uno spazio limitato, identificato, esclusivo, per riconoscere i nostri bisogni?
Sarebbe bello poter trovare l'equilibrio ideale, poter fluttuare tra le stanze, e poter cogliere un oggetto o una prospettiva da ogni ambiente, per creare ogni volta un luogo nostro, ogni volta diverso, unico, ma che comprenda tutta la casa... Disegnare la nostra identità attraverso i dettagli che ci compongono, che ci raccontano, che ci permettono di conoscerci o riconoscerci.
Ma quando mettiamo a posto la casa lo facciamo realmente per ritrovarci, o perchè sappiamo che stiamo aspettando qualcuno?
E se al nostro ospite la casa non dovesse piacere? Siamo disposti a ricominciare da capo, cambiare l'ordine, ridisporre tutti gli oggetti, ridisegnare gli scorci, i profili... sperando di riuscire ad intravedere noi stessi attraverso il compiacimendo del prossimo invitato. Se prepariamo attentamente la nostra casa il nostro ospite gradirà molto quella predisposizione, e allora potremo godere del suo piacere, potremo contemplarci attraverso il suo apprezzamento nel trovare ciò che si aspettava...ma il visitatore ad un certo punto se ne va sempre, torna alla sua casa, e alla fine della giornata saremo stanchi, perchè abbiamo passato tutto il giorno a modificare luoghi, che in fondo a noi sembrano vuoti, sterili, impersonali, perchè abbiamo lavorato per gli atri, e non per noi.
Un luogo che ci assomiglia, che ci appartiene, che ci racconta, sarà sempre un luogo accogliente. E quando anche l'ultimo ospite uscirà sarà soddisfatto, stupito, felice di essersi arricchito di nuove scoperte, perchè inaspettate, ma soprattutto quando la porta si chiuderà non ci sarà il vuoto, perchè un luogo autentico custodisce sempre ricchezza.
La vita è come una casa piena di stanze, ognuna con l'arredamento adatto alla funzione, con immagini, specchi o foto appese ai muri, con armadi pieni di cassetti e mensole, con appendini coperti da abiti usati, o appena lavati, con tavole imbandite con ogni tipo di cibo ed ingrediente, con credenze vuote e impolverate. In ogni attimo della nostra vita abitiamo una stanza per volta, in base alle necessità, ai bisogni, ai desideri... Ma perchè anche se viviamo in una casa immensa, piena di stanze, non possiamo mai essere contemporaneamente in più di una?
Ci serve uno spazio limitato, identificato, esclusivo, per riconoscere i nostri bisogni?
Sarebbe bello poter trovare l'equilibrio ideale, poter fluttuare tra le stanze, e poter cogliere un oggetto o una prospettiva da ogni ambiente, per creare ogni volta un luogo nostro, ogni volta diverso, unico, ma che comprenda tutta la casa... Disegnare la nostra identità attraverso i dettagli che ci compongono, che ci raccontano, che ci permettono di conoscerci o riconoscerci.
Ma quando mettiamo a posto la casa lo facciamo realmente per ritrovarci, o perchè sappiamo che stiamo aspettando qualcuno?
E se al nostro ospite la casa non dovesse piacere? Siamo disposti a ricominciare da capo, cambiare l'ordine, ridisporre tutti gli oggetti, ridisegnare gli scorci, i profili... sperando di riuscire ad intravedere noi stessi attraverso il compiacimendo del prossimo invitato. Se prepariamo attentamente la nostra casa il nostro ospite gradirà molto quella predisposizione, e allora potremo godere del suo piacere, potremo contemplarci attraverso il suo apprezzamento nel trovare ciò che si aspettava...ma il visitatore ad un certo punto se ne va sempre, torna alla sua casa, e alla fine della giornata saremo stanchi, perchè abbiamo passato tutto il giorno a modificare luoghi, che in fondo a noi sembrano vuoti, sterili, impersonali, perchè abbiamo lavorato per gli atri, e non per noi.
Un luogo che ci assomiglia, che ci appartiene, che ci racconta, sarà sempre un luogo accogliente. E quando anche l'ultimo ospite uscirà sarà soddisfatto, stupito, felice di essersi arricchito di nuove scoperte, perchè inaspettate, ma soprattutto quando la porta si chiuderà non ci sarà il vuoto, perchè un luogo autentico custodisce sempre ricchezza.

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